Premio “Santi Martiri Vittore e Corona”
2017
a Gianmario Dal Molin
L’attività professionale e di studio di Gianmario, dalla laurea in Scienze Politiche a indirizzo storiografico contemporaneo a quella in Psicologia a indirizzo clinico, dall’abilitazione all’insegnamento in Scienze umane e storia, al concorso di ruolo per le stesse discipline, dal concorso di bibliotecario nelle Università, al perfezionamento in psicoterapia della famiglia, si è svolta su tre filoni principali: gli studi di storia sociale, quelli di psicologia sociale e quelli socio-sanitari, cui hanno fatto riscontro tre rispettivi percorsi professionali.
Avviato agli studi storici da Gabriele De Rosa e Angelo Gambasin, di cui è stato poi allievo e collaboratore, è stato socio fondatore del Centro di Storia Sociale e Religiosa di Vicenza, membro del Centro di Documentazione per la Storia della Chiesa nel Veneto, membro della Direzione dell’ISBREC (Istituto di storia bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea).
Nel settore socio sanitario si è occupato in particolare, a livello di studi e di ricerche, di costituzione delle Unità Locali Socio-Sanitarie nel Veneto e di organizzazione dei Servizi Socio-Sanitari, con particolare riguardo all’handicap e alla psichiatria, con studi promossi dalla Fondazione Zancan e dal Ministero della Sanità.
La sua carriera professionale ha sempre rispecchiato tali orientamenti: professore di storia e filosofia nei licei, dal 1967 al 1970; vicedirettore della Biblioteca Universitaria di Cà Foscari dal 1970 al 1972; dirigente presso la Giunta Regionale dal 1972 al 1980 nei settori della cultura e della programmazione socio-sanitaria; coordinatore sociale dell’Unità Locale Socio-Sanitaria n. 4 dal 1980 al 1995; direttore generale dell’ULSS 2 dal 1995 al 1999.
È stato infine docente di Storia alla Facoltà di Lingue e di Relazioni Pubbliche dell’Università IULM di Milano e Feltre dal 1998 al 2003; membro del consiglio di amministrazione dello IULM dal 2003 al 2006; assessore alla cultura e ai servizi sociali nel comune di Feltre dal 2000 al 2003. Ha curato dal 2000 al 2004 vari progetti di programmazione socio- sanitaria per la Fondazione Zancan.
Esporre, in particolare, il contributo di Gianmario Dal Molin al miglioramento dei Servizi Sanitari e dei Servizi Sociali del Feltrino significa ripercorrere e rivisitare tutte le riforme intervenute dagli anni ’70, definiti “la stagione delle gioie” in quanto a fronte di ogni bisogno nasceva un servizio, rigorosamente pubblico, fino alla fine degli anni ’90, caratterizzati dall’avvio dell’“aziendalizzazione”, in cui i servizi socio-sanitari dovevano essere riprogettati partendo dalle risorse finanziarie ed economiche a disposizione, per realizzare servizi che fossero compatibili con tale vincolo economico.
C’è stato un vero capovolgimento nell’approccio manageriale alla gestione delle aziende sanitarie, nei trent’anni in cui Gianmario è stato presente.
Al Dott. Gianmario Dal Molin, fu conferito l’incarico di direttore dei servizi sociali, incarico che esercitò dal 1980 al 1994. E proprio come Direttore dei servizi sociali, forte dell’esperienza maturata in Regione Veneto, attraverso una profonda riflessione sui nuovi aspetti della riforma sanitaria e sociale e la messa a punto di interventi e contributi, ha organizzato i principali servizi socio-sanitari attualmente esistenti, soprattutto nel settore dell’handicap, della famiglia, degli anziani e del superamento dell’Ospedale psichiatrico, dirigendo come psicologo il servizio psico-sociale per l’età evolutiva ed il consultorio familiare di Feltre.
Ha in particolare creato due centri diurni per handicappati e una delle pochissime comunità terapeutiche pubbliche per tossicodipendenti del Veneto, dato avvio tra mille difficoltà all’inserimento degli handicappati nella scuola; ai primi programmi di educazione sanitaria, e alla sensibilizzazione della dimensione psichica e sociale della salute, pressoché ancora sconosciuta fino alla legge di riforma sanitaria del 1978 e all’avvio delle ULSS del 1980. Il progetto regionale di riduzione del numero delle 36 ULSS del Veneto ebbe come epilogo l’accorpamento a Belluno delle ULSS n.1 del Cadore e n. 2 dell’Agordino e l’istituzione dell’ULSS n. 2 del Feltrino grazie anche all’accorpamento dei 5 comuni di Sedico, Sospirolo, Limana, Trichiana, Mel e Lentiai che prima afferivano all’ULSS Bellunese. L’ULSS n. 2 del Feltrino passò da 55.000 a 80.000 abitanti, cui si aggiungevano i 10.000 del Primiero grazie ad una convenzione con la Provincia di Trento.
Quando Gianmario Dal Molin venne nominato direttore generale dell’ULSS n. 2 si era in presenza di una programmazione regionale ospedaliera che prevedeva per Feltre nuove attivazioni di importanza strategica, quali Oncologia e Unità di Cura Intensiva Coronarica (U.C.I.C.) e manteneva presso la Casa di Cura Villabruna Bellati il reparto di Urologia, considerato strategico per l’ospedale pubblico. Al tempo stesso, le risorse finanziarie assegnate erano insufficienti anche per la gestione dei servizi già esistenti. Il preponderante vincolo del rispetto dell’equilibrio economico rendeva oltremodo difficile dare seguito all’attivazione dei nuovi reparti, che richiedevano comunque una preventiva autorizzazione regionale. Oncologia e U.C.I.C. richiedevano sia investimenti strutturali che spese di gestione elevate.
Fu un bene per Feltre che a prevalere non fosse il “partito attendista”, basato sull’esigenza di “avere le carte a posto” ma il “partito del progetto”. Fu grazie a questo coraggio che mutò la stessa fisionomia dell’Ospedale attraverso servizi potenziati ed aggiornati non solo come quelli citati sopra ma anche Gastroenterologia, Nefrologia, Geriatria e la Riabilitazione a Lamon.
Il progetto è continuato con l’attivazione di Unità Operative Complesse e con l’attuazione, sotto la Direzione del Dott. Simoni, della vecchia idea di superamento della Casa di Cura e dell’attivazione della Piastra Chirurgica, la prima portata a compimento e la seconda ora in fase di ultimazione con il Dott. Rasi Caldogno.
Sul piano culturale, Dal Molin è autore di una sessantina tra libri e monografie che riguardano la storia feltrina e bellunese e parimenti la storia dell’assistenza sociale, sanitaria e della solidarietà a livello nazionale e regionale.
Ha curato, in particolare, vari volumi per conto della collana Thesaurus Ecclesiarum Italiae, per conto della Fondazione Zancan di Padova della quale è stato collaboratore per vent’anni, e per conto della Famiglia Feltrina della quale è stato presidente dal 2000 al 2016 accompagnandone la trasformazione da sodalizio del notabilato locale ad associazione di volontariato onlus.
Nel medesimo periodo è stato l’anima della trasformazione del Campanon, la prestigiosa pubblicazione curata da Famiglia Feltrina, divenuta Rivista Feltrina ed ora unica pubblicazione della nostra provincia a essere accreditata tra le riviste scientifiche.
Va infine valorizzata la sua appassionata ricostruzione storica degli aspetti sociali e religiosi di quella che orgogliosamente era definita un tempo la città e diocesi di Feltre. I suoi studi sulle visite pastorali del secondo ottocento, sul clero feltrino dell’ultimo secolo e infine sui due tomi della monumentale storia di Feltre dalla caduta del potere temporale alla Prima guerra mondiale che costituisce il quinto volume della Storia di Feltre del Cambruzzi-Vecellio.
Michele De Boni